Chi sono?

Ambizione, grinta e determinazione: le chiavi della mia crescita personale!

Mi piace sempre dire che non sono io che ho scelto la Psicologia ma è lei che ha scelto me.

Laureata con lode nel 2017, ho da subito fatto esperienza nel campo del sociale, precisamente nella Tutela minori, il mio primo amore!

Nel 2020 ho deciso di fare il grande salto e avviare la libera professione, mettendomi alla prova con tante nuove sfide e prediligendo il lavoro in equipe, per me fondamentale.

Ho ideato due progetti per me importanti: 

● "Ti SOStengo", progetto di supporto psicologico a tariffa agevolata cosi da rendere la Psicologia sostenibile;

● "Psiconutrizione"  che supporta psicologicamente chi segue un percorso di Dietoterapia, tenendo conto dell'integrazione tra corpo e mente.

Attualmente, oltre all'attività privata, lavoro come Psicologa presso i Servizi sociali del Comune di Vasto (CH) e sto ultimando la mia formazione in Psicoterapia Strategica a Roma.

Attenzione peró: la mia mente non sta mai ferma quindi sono sempre in arrivo nuovi progetti e collaborazioni!

Servizi

Cosa puoi trovare nel mio studio?


01

Supporto Psicologico individuale e di coppia

Dopo una prima fase di valutazione, ci daremo degli obiettivi da raggiungere insieme attraverso strumenti come il colloquio clinico, l'ascolto attivo, e strategie utili a rompere vecchi schemi e crearne di nuovi più funzionali.


02

Training Autogeno e tecniche di rilassamento

Utilizzo, nei casi in cui lo ritengo opportuno, tecniche di rilassamento mirate a ridurre il livello di tensione e attivazione a favore di uno stato di benessere senza il quale è impossibile lavorare a livello terapeutico.

Il Training autogeno è invece una tecnica di concentrazione attiva che parte dalla convizione di base che mente e corpo sono interconnessi. Questa tecnica, molto utile nei vissuti ansiosi così come in altri quadri clinici, viene utilizzata anche in ambito sportivo o nei contesti di gruppo.


03

Sostegno alla genitorialitá

Lavoro da diversi anni con bambini, adolescenti e le loro famiglie. Mi occupo di supportare la coppia genitoriale attraverso strategie mirate al fine di discutere circa il modello educativo e ogni altra dinamica all'interno del nucleo familiare.


04

Sessuologia

Aiuto il singolo o la coppia a vivere un rapporto sereno con il proprio corpo e la propria intimità.

È ora di smetterla di considerare il sesso come un taboo! Nel mio studio vedrai che questa sfera di vita viene considerata per quello che è: una componente importantissima per il benessere personale al pari di tanti altri bisogni (mangiare, bere, essere amati ....)


La mia idea di terapia

Ecco perché dovresti iniziare un percorso con me

Come ben sai, la Psicologia è spesso considerata una "roba da matti". Ebbene sì, forse è davvero così.

Forse solo un matto riuscirebbe a mettersi di fronte allo specchio e affrontare i propri mostri, imparando anche ad accettarli.

Che cos'è per me la terapia? Una carezza che ti concedi, è cura di te ma sopratutto è una grande opportunità: opportunità di cambiamento, di crescita e di conoscenza degli aspetti più profondi del sé.

È proprio questo che succederà nella mia stanza di terapia: cercheremo insieme di capire il tuo funzionamento e ti offrirò gli strumenti necessari per raggiungere gli obiettivi che ci daremo. Tutto ciò mentre rideremo, piangeremo, ci emozioneremo.

Ti dirò però una cosa che forse non ti hanno mai detto: non sarò io a risolvere i tuoi problemi ma sarai proprio tu a farlo, mettendoti in discussuone e motivandoti al cambiamento.

Non amo dare illusioni e quindi sarò diretta: senza il tuo contributo attivo e costante, non raggiungeremo nessun risultato.

Io sarò una grande spalla ma sarai tu a guidare il gioco!

OGNI DIPENDENZA È UN VUOTO D'AMORE:

L'abisso oltre il pregiudizio.

Il mondo della Dipendenza è ancora rivestito di un forte pregiudizio legato a credenze ormai obsolete e valutazioni superficiali. Aldilà del pregiudizio, c'è un mondo ancora poco conosciuto in cui la certezza è una sola: la Dipendenza è una malattia.
Solo comprendendo questo si potrà superare lo stigma e sopratutto si potranno implementare i Servizi dedicati alla cura e alla prevenzione.

E tu? Te la senti di iniziare a vedere la Dipendenza con occhi diversi?

01

Dipendenza: parliamo di numeri e prevenzione

I dati registrati dall'Ansa tra il 2021 e il 2024 non sono affatto rassicuranti.
Nel 2022 erano circa 4 milioni e 900 mila le persone che hanno fatto uso di almeno una sostanza illegale.

Sebbene la sostanza più consumata resti la cannabis, si sta intensificando rapidamente il consumo di eroina e cocaina come ricerca di euforia rinforzata dall'uso di alcool: " (...) la quota di persone che dichiara il consumo di cocaina cresce del 17% rispetto al 2017 e di tre volte quella di eroina"

Se da un lato si assiste all'aumento delle percentuali di consumo, dall'altro si registra una notevole diminuzione dell'età dei consumatori: "(...) negli ultimi 3 anni quadruplicati i giovani 14-22 anni seguiti dal Dipartimento delle Dipendenze - di sostanze sempre più pure, concentrate, intossicanti e pericolose. Soprattutto, sempre meno leggere. Ci sono ecstasy, ketamina e sta arrivando il tanto temuto fentanyl, la cosiddetta droga degli zombie, oppioide sintetico con impiego analgesico e anestetico con effetti simili alla morfina, ma decisamente più potente anche dell'eroina.

Tali valori hanno subito un incremento a seguito dell'insorgenza del Covid-19.

Un ruolo predominante è quello dei programmi di prevenzione e sensibilizzazione, utili per promuovere una maggior consapevolezza di ciò che è davvero la sostanza (e di conseguenza la Dipendenza).

Vista l'età di esordio sempre più in calo, si stanno rivelando molto funzionali i programmi di prevenzione attuati nelle scuole.

02

L'anticamera della Dipendenza: la trappola dello "Smetto quando voglio"

Nelle fasi iniziali di una Dipendenza, quelle in cui non c'è ancora consapevolezza di malattia, si cade sempre in una trappola letale, ovvero quella di ripetersi "posso smettere quando voglio". Non c'è niente di più sbagliato!

Tale convinzione è la stessa portata avanti dai così detti "consumatori occasionali", ignari del rischio di trovarsi sempre più invischiati nelle dinamiche tossicomaniche di cui si può diventare schiavi.

La Dipendenza, infatti, è una malattia a tutti gli effetti e agisce a livello cerebrale sul Sistema della Ricompensa, modificandone i circuiti neurali.

Per un individuo non affetto da una Dipendenza, ai fini del raggiungimento di una gratificazione e dunque del raggiungimento del piacere è necessario che ci sia un evento in particolare o si compia un'azione mirata (es: esco con il ragazzo che mi piace e provo felicità; vinco un concorso e provo soddisfazione); insomma, è richiesto un certo impegno oltre che la frustrazione legata all'attesa del raggiungimento del piacere.

Nel caso della Dipendenza, la sostanza favorisce una gratificazione immediata, quindi un piacere "senza sforzo". E il nostro cervello, che è un abile stratega, non farà altro che memorizzare tale esperienza di piacere e far sì che tu la possa ricercare e risperimentare ancora.

E quindi.... NO. NON SMETTI QUANDO VUOI.

Dott.ssa Regina Angelini
03

L'unica sostanza che manca? L'amore

Quando si parla di Dipendenza si considera spesso solo l'aspetto gratificante e "goliardico", trascurando l'implicazione emotiva.

Qual è il vero ruolo della sostanza? Quello di riempire, più o meno consciamente, un vuoto insopportabile per l'individuo.

La dipendenza nasconde abilmente ferite emotive mai curate, rifiuti, sentimenti di inadeguatezza, dolori mai elaborati.

Dietro ogni dipendenza c'è quel no mai pronunciato, quel sentimento mai dichiarato, quella voglia di sentirsi all'altezza, voglia di essere visti....

La sostanza anestetizza il dolore, distrae dallo stesso, dando l'illusione effimera di un piacere che dura il tempo di un momento e che una volta terminato, rende quel vuoto carico di sentimenti di colpa, paura, disprezzo di sé.

La sostanza dà per qualche ora l'illusione di sentirsi forti, di sentirsi capaci, di sentirsi funzionanti tanto che non ci si conosce più senza di Lei.... lei che prende il sopravvento e diventa compagna fedele di giornate altrimenti insopportabili.

Proprio per questo, uno dei principali interventi è quello di aiutare a riempire quel vuoto con altro che non sia la sostanza.

04

"Tossici" per sempre?! Il problema del reinserimento in società

Tossico, un brutto termine. Forse il peggiore. Eppure, è uno degli appellativi più ricorrenti.

Ciò che mette più tristezza, è che tutt'ora non sembra essere superato il pregiudizio secondo il quale se sei stato un tossicodipendente resterai tale per tutta la vita, anche dopo il processo di cura.

Per la società, non c'è un vero e proprio recupero, anzi c'è ancora la tendenza a lasciare in disparte chi proviene da un percorso di recupero.

Al contrario, bisogna favorire processi di integrazione sociale e lavorativa, per promuovere un'identificazione positiva dell'individuo nella società, così che non si senta "tossico" per sempre ma abbia la possibilità di costruire e rinforzare la sua identità.

EMOZIONI

L'importanza di metterle in mostra!

È ancora in corso, al Chiostro del Bramante, la mostra "Emotion".
Un vero e proprio viaggio all'interno del mondo delle emozioni, durante il quale dovrai utilizzare tutti e cinque i sensi.

Un viaggio, quello emotivo, che ognuno di noi dovrebbe fare ogni giorno, perché è uno di quei viaggi dai quali non si ritorna mai gli stessi di prima.

E allora, cos'è che ci rende così difficile mettere in mostra le nostre emozioni?

01

Emozioni: un linguaggio universale

Sono stati diversi, nel corso degli anni, gli studi sul mondo emotivo, sulla sua natura, e sulle sue manifestazioni.

Uno studio in particolare è stato più rilevante e rivoluzionario: Ekman, uno psicologo americano, studiò il linguaggio emotivo attraverso un esperimento a carico di una popolazione della Nuova Guinea che non aveva alcun contatto con il mondo industrializzato.

L'obiettivo del suo studio era quello di dimostrare che il linguaggio emotivo è universale e proprio per questo ha scelto una tribù isolata dal resto del mondo.

Il risultato fu sorprendente: Ekman notò che gli abitanti della tribù riconoscevano senza difficoltà almeno sei delle espressioni facciali che rappresentano stati emotivi.

Da qui, la classificazione di emozioni primarie e secondarie: le prime sono innate, le seconde derivino dalle primarie o dall'interazione con l'altro.

Le emozioni primare e dunque universalmente riconosciute sono: felicità, tristezza, stupore, paura, rabbia, disgusto.

02

Emotion: una mostra che ci insegna che siamo UMANI ed è bello così

La mostra Emotion è capace di parlare a grandi e bambini, ad esperti e non e questo perché usa volutamente un linguaggio dal quale non si può sfuggire: il linguaggio emotivo.

Ho trovato interessante la suddivisione in stanze, ognuna rappresentante uno stato emotivo.

Andando da una stanza all'altra, personalmente mi sembrava di attraversare i meandri della mia mente, e in ogni stanza ho saputo ritrovare un pezzo di me, un aneddoto, un frammento emotivo. In alcune stanze e in altre meno, ho saputo riconoscere la vecchia me, la nuova me e quella che ancora non sono oggi.

L'uso di tutti i sensi rende l'esperienza totalizzante e accessibile a tutti, anche ai più resistenti al contatto emotivo.

Ciò che porto con me di questa esperienza sono due aspetti dell'emozione spesso trascurati: l'incontro con l'altro e l'accettazione della propria vulnerabilità.

Questi due nuclei importanti si sperimentano in due momenti in particolare: nella stanza della "Paura e Coraggio" e nella stanza delle "Aspettative".

Nel primo caso c'è la possibilità di scegliere una porta da aprire. Anche in questo momento ho avuto forti risonanze con la mia vita, riflettendo sul fatto che ogni scelta implica coraggio e abbandono della paura di perdere un'alternativa più interessante. Ogni scelta è una rinuncia.

Ma quante sensazioni porta con sé una scelta? Il rimpianto, il rimorso, il dubbio, la paura, l'adrenalina. Scegliere è spaventoso ma trovo che sia altrettanto meraviglioso perché ti dà la possibilità di diventare l'artefice di te stesso.

Nondimeno la scelta ti porta inevitabilmente all'incontro: e l'incontro può essere con l'altro o con te. Personalmente la mia porta mi ha portata all'incontro con l'altro ed è stata un'occasione di condivisione.

Nella stanza delle Aspettative, allo stesso modo, ho sentito la mia pancia fremere.
Quanto è forte il peso delle aspettative? Quelle nei confronti dell'Altro, quelle nei confronti di te stesso, quelle nei confronti della società che è la Regina del giudizio.

Per manifestare a pieno l'accettazione della vulnerabilità, viene rappresentato in questa stanza un supereroe incastrato, bloccato, inerme.

È potente l'impatto di quest'opera perché ci mette di fronte a una realtà forse mai considerata prima: se anche un eroe ha le sue fragilità, allora FALLIRE È POSSIBILE... FALLIRE È UMANO.

Le persone che ho incontrato sembravano guardarsi e riconoscersi... come a dire "qui posso esprimermi, nessuno mi giudicherà"... "qui posso lasciarmi andare e lo farai anche tu"...

E allora: non è forse questo un segnale che ci dice che il mondo ha bisogno delle emozioni? Il mondo ha bisogno di parlarne.
Il mondo ha bisogno di viverle per sentirsi UMANO.
Il mondo ha bisogno di condividerle per arricchirsi.

Il mondo ha bisogno di sentirsi libero di conoscere le proprie emozioni, esprimerle, ascoltarle, non negarle.

Parliamo di emozioni, parliamone ancora.

Che sia a Scuola, che sia attraverso l'arte, che sia attraverso la musica. Parliamone.

Parliamone affinché ognuno di noi possa conoscersi davvero e colorare le pareti della propria anima utilizzando tutte le emozioni del mondo.

Perché si, ogni emozione racconta una storia ed ogni storia parla di emozioni. Sempre.

Dott.ssa Regina Angelini

Dott.ssa Regina Angelini

RELAZIONI TOSSICHE

ECCO I SEGNALI PER RICONOSCERLE

Negli ultimi anni è aumentato progressivamente il numero di persone che dichiara di aver vissuto una relazione tossica. Ciò che preoccupa è che da recenti dati Istat, circa il 18% dei ragazzi tra i 18 e i 23 anni sembrerebbe vivere o aver vissuto una relazione dai tratti tossici e disfunzionali.

Al contrario di ciò che si crede, i campanelli di allarme possono essere rintracciati anche in assenza di comportamenti fisicamente violenti.

Vediamo insieme come riconoscerli.

01

AMORE TOSSICO: NON SOLO VIOLENZA

Spesso si tende a identificare con l’espressione “relazione tossica” quel tipo di relazione caratterizzato principalmente da violenza fisica.

Non è così! Sebbene in questo tipo di relazioni sia elevata la percentuale di episodi di percosse, la forma di violenza che è alla base è principalmente di tipo psicologico. Infatti si tratta di un tipo di relazione che influisce negativamente sul benessere e sulla qualità di vita della persona.
Spiego spesso quanto lo stile di attaccamento influisce sull’andamento delle relazioni ovvero il modo in cui siamo stati amati nell’infanzia rispecchierà la scelta di partner futuri e il tipo di relazione che tenderemo a ricercare.

Nella maggior parte dei casi, infatti, uno dei due partner è affetto da una Dipendenza Affettiva.

Nel momento storico in cui viviamo c’è una maggiore sensibilizzazione rispetto a questi temi ma ciò nonostante è ancora difficile riconoscere in tempo quelli che sono i campanelli d’allarme più importanti da cogliere per comprendere se c’è il rischio di vivere una relazione disfunzionale.

02

QUALI SONO I SEGNALI CHE TI DICONO CHE LA TUA POTREBBE ESSERE UNA RELAZIONE TOSSICA?

1) La relazione è basata sul controllo: il partner pretende di controllare ciò che fa l’Altro e come dovrebbe agire

2) Asimmetria dei ruoli: uno dei due partner ha potere sull’Altro

3) Litigi continui e risentimento: la relazione è caratterizzata da un’elevata conflittualità e un forte risentimento (offese velate, ostilità..)

4) Isolamento sociale: la relazione diventa totalizzante. Pur di vivere questa relazione si trascurano amicizie e si dedica tempo solo al partner

5) Assenza di supporto emotivo: uno dei due partner si trova in difficoltà nell’esprimere i propri vissuti emotivi poiché verrebbero sminuiti sempre in virtù dell’asimmetria dei ruoli (“non è importante ciò che provi”).

6) Nonostante si tratti di rapporti perlopiù caratterizzati da tensione e basso tono dell’umore, il partner dipendente farà di tutto per accontentare l’Altro

7) Si ignorano totalmente i propri bisogni. Hanno assoluta priorità i bisogni dell’Altro

8) La comunicazione è assente o tossica e ambivalente fatta di accuse e recriminazioni che possano far sentire l’Altro in colpa.

Il partner dominante adotta una comunicazione basata sull’ambiguità: confonde l’Altro fino a farlo dubitare dei suoi stessi pensieri.

Questo tipo di comunicazione manipolativa si chiama Gaslighting e consiste nel negare ciò che dice il partner o negare che un episodio di cui si lamenta sia realmente accaduto. Per fare ciò il partner dominante alterna silenzi ostili ad accuse pesanti. Ciò alimenterà il legame di Dipendenza tra i due partner.

9) La propria autostima dipende dall’Altro: “solo se l’Altro mi apprezzerà avrò un valore”

10) Idealizzazione totale del partner e conseguente allontanamento dalla realtà

11) Tendenza a giustificare i comportamenti dell’Altro (è stanco, ha avuto un’infanzia complessa...)

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COME FARE PER NON CORRERE IL RISCHIO DI VIVERE UN’ALTRA RELAZIONE TOSSICA?

1) Cambia tipo di partner: smettila di ricercare partner emotivamente immaturi e incapace di sintonizzarsi con te e i tuoi bisogni

2) Rimani sempre nel presente: osserva la situazione per quello che è, senza necessariamente giustificare l’Altro. Cogli i segnali!

3) Chiediti cosa concretamente ti da questa relazione: corrisponde ai tuoi bisogni? In caso contrario smettila di aspettare che l’Altro cambi e diventi ciò che vorresti: non succederà!

4) Ricerca e “pretendi” il dialogo: quando hai un dubbio, prima di ricorrere a mille spiegazioni possibili, chiedi un confronto e cerca delle risposte chiare

5) Conosci te stesso/a: solo così saprai quale partner può essere giusto per te!

6) Non ignorare mai i tuoi bisogni, nè pensare mai di sacrificarli pur di restare con l’Altro (o con l’idea di lui che ci siamo costruiti).

Nel momento in cui ci si rende consapevoli della tossicità della relazione è consigliabile intraprendere un percorso di supporto psicologico al fine di comprendere quali elementi passati, uniti alle predisposizioni personali e alla storia di vita, hanno fatto in modo che si ricercasse un partner da amare ad ogni costo.

E tu, hai riconosciuto uno di questi segnali? Se pensi di vivere una relazione tossica contattami e insieme cercheremo di scegliere il percorso più adatto a te.

Educazione Sessuale

Perché è ancora un tabù?

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite riconosce esplicitamente la salute sessuale come diritto essenziale per la Salute. Tuttavia l’Italia è l’ultima in Europa in tema di Educazione Sessuale. Ma non parlarne è davvero la soluzione?

01

ITALIA: ULTIMA IN CLASSIFICA SUL TEMA DELLA SESSUALITÀ

Il diritto all’educazione affettiva e sessuale è in sè diritto alla salute, “per sviluppare relazioni sociali e sessuali basate sul rispetto” (UNESCO).

Infatti, l’educazione sessuale è un processo di apprendimento di comportamenti, nozioni, pensieri e vissuti relativi alla sfera sessuale ma non è solo questo: si parla di educazione all’affettività e alla sessualità proprio perché si tratta di un’educazione anche al rapporto con l'Altro, e questo è fondamentale in una società dove i giovani sono ormai privi di riferimenti e in difficoltà nella gestione delle loro emozioni.

Nel mese di Marzo 2022 in un articolo dell’ANSA si leggeva che un italiano su due non ha mai seguito una lezione di educazione sessuale né si è mai interessato alla tematica.

Ad oggi risulta ancora un tabù parlare di sessualità e a dimostrarlo è un evento di cronaca di qualche mese fa accaduto in una scuola del Nord Italia che aveva organizzato un evento di promozione di educazione sessuale: genitori e associazioni Pro Vita si sono opposti poiché ritenevano che parlare della sessualità potesse essere fonte di turbamento per i ragazzi.

Questo episodio non è isolato e anche intervistando persone adulte si nota ancora una certa resistenza rispetto a questo tema: per il 75% degli italiani intervistati, l’educazione sessuale non è ancora poi così importante, per il 5% provocherebbe addirittura danni nei ragazzi, mentre solo il 19% c.ca crede che sia utile allo sviluppo di una personalità sana e consapevole.

Ciò che desta sconcerto e dovrebbe farci riflettere è però un dato significativo pubblicato dall’Ansa il 26 Novembre del 2022: l’Italia è uno dei sei Paesi Europei privi di programmi a favore dell’Educazione sessuale (insieme a Cipro, Polonia, Romania, Bulgaria, Lituania), addirittura è l’ultima in Europa; un dato, questo, che getta nello sconforto se pensiamo che contestualmente crescono repentinamente i casi di aborto, gravidanze indesiderate e violenza sessuale e molestia, indice anche di una scarsa educazione al consenso (e di altri fattori concomitanti, ovviamente). Dal 1977 al 2019 sono state proposte 16 iniziative sul tema mai andate in porto.

02

COME VIVONO I GIOVANI LA SESSUALITA’?

Inserire l’Educazione sessuale a Scuola come materia obbligatoria non dev’essere più considerata una pratica audace e all’avanguardia, bensì deve diventare normalità.

Per i ragazzi l’adolescenza è un periodo di numerosi cambiamenti che riguardano sia la sfera fisica che quella psicologica e che turbano fortemente i giovani che l’attraversano poiché impegnati nel distacco dai valori della famiglia di origine e nell’esplorazione del mondo esterno per costruire la propria personalità.

Se prima i ragazzi facevano uso di siti di pornografia e in tempi antichi riviste erotiche, oggi la Generazione Z, da buona nativa digitale che si rispetti, utilizza internet per avere risposte sulla sessualità! L’85% dei giovani (circa 8 su 10) usa blog, Telegram, podcast ai fini di conoscere ed esplorare la propria sessualità mentre solo un giovane su quattro “si fa coraggio” e chiede alla propria famiglia.
Il danno più grande che si può fare ai ragazzi è quello di portarli ad informarsi da soli su temi così delicati e determinanti per la loro crescita.
La nostra società, sebbene negli ultimi anni ci sia stata un’apertura in merito, è ancora molto resistente all’idea di considerare la sessualità per quello che è ovvero un aspetto fondamentale della vita di ogni individuo.

Attenzione però! Quando si parla di sessualità non si parla solamente di contraccezione, riproduzione, Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST). L’educazione sessuale segue la curva di crescita della società odierna e dunque deve interessarsi della sessualità in un’ottica non solo preventiva ma anche conoscitiva e di esplorazione del piacere, trattando anche temi finora trascurati come quello del sesso nella disabilità, disfunzioni sessuali o sessualità fluida e non eteronormativa.

03

EDUCAZIONE SESSUALE: PARLIAMO DI RISCHI E BENEFICI

Un Paese privo di protocolli sull’Educazione Sessuale corre tre rischi principali:
1) Promuovere una cultura repressiva della sessualità, considerata come un qualcosa di sbagliato, di cui assolutamente NON parlare. Conseguenza? I giovani si informeranno da soli e, come è noto, il web non è sempre fonte attendibile.
2) Aumento, già constatato, di MTS e gravidanze indesiderate
3) Comportamenti sessuali disfunzionali

Quali sono i benefici?
 Educa a relazioni basate sul rispetto del desiderio dell’Altro
 Educa al consenso in ambito sessuale, fattore che non è presente negli autori di violenza sessuale o molestia e, in generale, in molti adolescenti che spesso risultano inconsapevoli di mettere in atto comportamenti abusanti, anche solo psicologicamente
 Educa alla tolleranza alla diversità
 Riduce il rischio di trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili

Ci sono già i primi dati che confermano l’efficacia della prevenzione attraverso l’informazione: in Finlandia è notevolmente ridotta la percentuale di gravidanze tra i 14 e i 19 anni; in Germania il 92% degli adolescenti sceglie di utilizzare contraccettivi e in Estonia è diminuito notevolmente il tasso di malattie sessualmente trasmissibili.
Se vogliamo che i nostri figli sviluppino una personalità sana, consapevole ed equilibrata dobbiamo educarli alla conoscenza e non alla repressione! Del resto, come si dice? “Niente desideriamo di più di quello che ci è proibito!” dunque vietando il mondo della sessualità non faremo che renderlo ancora più desiderabile e potenzialmente pericoloso se non forniamo ai ragazzi i giusti strumenti per esplorarlo.

SPORT:

SAI QUANTO E’ IMPORTANTE PER LA TUA MENTE?

Sin da bambini si consiglia di praticare sport per una corretta crescita. Tuttavia, i benefici dell’attività sportiva si riscontrano in maniera significativa anche a livello Psicologico.

L’importanza dello sport per la salute mentale si è evidenziata in maniera particolare durante il periodo del lockdown durante il quale dedicarsi all’attività fisica ha contribuito a contenere stress e frustrazione. Ma in che modo la pratica sportiva migliora la qualità del nostro umore?

01

Sport: fusione tra corpo e mente

Lo sport è un’attività fondamentale per la nostra crescita. Sul piano della salute fisica i benefici sono innumerevoli anche a livello preventivo: riduce il rischio di obesità, diabete, ipertensione oltre che migliora la postura e la salute a livello osseo e muscolare.

Lo sport è fondamentale anche per la crescita personale e l’acquisizione di competenze sociali: grazie allo sport si trasmettono valori quali l’impegno, la lealtà, il rispetto, la cooperazione, la valorizzazione delle diversità e la mancanza di giudizio.

Non c’è errore più grande che considerare separatamente corpo e mente!
Infatti, corpo e mente sono interconnessi e il benessere dell’uno non può esistere senza il benessere dell’altro. Questa interconnessione è evidente ad esempio nei Disturbi Psicosomatici, in cui un vissuto emotivo viene manifestato attraverso un sintomo somatico. Ma se il legame tra corpo e mente potessimo sfruttarlo per ottenere effetti positivi sulla nostra psiche? E come? Attraverso lo sport!
Oltre a contribuire al miglioramento di parametri fisici, lo sport apporta diversi benefici dal punto di vista Psicologico. Vediamone alcuni:

1. Migliora la qualità del sonno: praticare attività fisica contribuisce in maniera significativa a una regolazione del ritmo sonno- veglia migliorando la qualità del riposo e riducendo i risvegli notturni

2. Previene il deterioramento cognitivo: recenti studi hanno dimostrato che nel 40% dei casi di persone che praticano costantemente attività fisica si riduce il rischio di sviluppare una Demenza dopo i 65 anni

3. Riduce i livelli di stress: quando siamo sotto stress, il nostro corpo produce una maggiore quantità di Cortisolo, altrimenti noto come “ormone dello stress”. Durante l’attività fisica il corpo riassorbe il cortisolo riducendo quindi il livello di ansia e stress.

4. Favorisce il buon umore: durante l’attività fisica c’è un aumento del rilascio delle Endorfine, neurotrasmettitori assimilabili per i loro effetti a Oppio o Morfina e per questo definite spesso “Antidolorifici naturali”. Infatti, la produzione di Endorfine allevia il dolore, contiene lo stress e provoca uno stato di eccitazione ed euforia. Affinchè questi effetti siano più duraturi è necessario che l’attività sportiva sia praticata con costanza e per un determinato lasso di tempo minimo anche se i primi effetti si possono già riscontrare dopo c.ca 25 minuti di attività fisica, specie se ad alta intensità.


5. E’ un’occasione di socializzazione: la pratica sportiva contribuisce allo sviluppo e il potenziamento delle competenze sociali

6. Favorisce una migliore percezione di sé e un maggior senso di autoefficacia

7. Aumenta la motivazione

8. E’ un ottimo alleato nei percorsi di Psicoterapia o Supporto Psicologico

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Quali sport prediligere?

Non esiste uno sport migliore di un altro per favorire il benessere psicologico.

La scelta dello sport dipende da preferenze o predisposizioni personali.

Sicuramente sport individuali come la corsa o il nuoto favoriscono una maggiore impronta a livello di disciplina e concentrazione, mentre sport di gruppo lavorano su altri aspetti quali:

- Aumento della socializzazione

- Adattamento alle regole sociali

- Aumento delle capacità di affrontare imprevisti e delusioni ragionando insieme

- Lavoro sulla cooperazione
Infatti negli sport di gruppo sono necessarie alleanze e fiducia reciproca per ottenere un buon risultato. Il successo non si può ottenere senza un lavoro di squadra. Questo tipo di sport, come calcio o basket, è ideale ad esempio per personalità particolarmente timide e introverse poiché può favorire una maggior apertura verso l’Altro, nonché aumentare l’autostima senza temere il confronto con l’Altro.

Tra gli sport individuali, oltre quelli già noti, risultano particolarmente efficaci anche quelli da combattimento (Muay Thai, Boxe..), spesso considerati in maniera riduttiva come semplici valvole di sfogo ma al contrario determinanti per il lavoro sui seguenti aspetti:

- Sviluppo di una maggiore forza interiore

- Aumento del senso di disciplina

- Aumento autostima

- Gestione di emozioni quali rabbia, ansia o stress
- Aumento concentrazione

Questo tipo di sport è spesso consigliato durante la fase di crescita o nel caso di adolescenti con difficoltà di tipo comportamentale poiché molto utile per imparare a gestire emozioni ad alto impatto come ansia e rabbia veicolandole attraverso un uso funzionale del proprio corpo.

Che sia di gruppo o individuale, lo sport contribuisce alla strutturazione di una personalità più consapevole e sicura di sé nonché ad una piena consapevolezza del proprio corpo.

Nondimeno attraverso lo sport è possibile scaricare le tensioni della giornata, liberando la mente e rendendola quindi capace di affrontare lucidamente le varie situazioni che si presentano. Proprio per questo in un percorso di sostegno psicologico è di grande supporto la pratica dell’attività sportiva.

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