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Emotion: una mostra che ci insegna che siamo UMANI ed è bello così
La mostra Emotion è capace di parlare a grandi e bambini, ad esperti e non e questo perché usa volutamente un linguaggio dal quale non si può sfuggire: il linguaggio emotivo.
Ho trovato interessante la suddivisione in stanze, ognuna rappresentante uno stato emotivo.
Andando da una stanza all'altra, personalmente mi sembrava di attraversare i meandri della mia mente, e in ogni stanza ho saputo ritrovare un pezzo di me, un aneddoto, un frammento emotivo. In alcune stanze e in altre meno, ho saputo riconoscere la vecchia me, la nuova me e quella che ancora non sono oggi.
L'uso di tutti i sensi rende l'esperienza totalizzante e accessibile a tutti, anche ai più resistenti al contatto emotivo.
Ciò che porto con me di questa esperienza sono due aspetti dell'emozione spesso trascurati: l'incontro con l'altro e l'accettazione della propria vulnerabilità.
Questi due nuclei importanti si sperimentano in due momenti in particolare: nella stanza della "Paura e Coraggio" e nella stanza delle "Aspettative".
Nel primo caso c'è la possibilità di scegliere una porta da aprire. Anche in questo momento ho avuto forti risonanze con la mia vita, riflettendo sul fatto che ogni scelta implica coraggio e abbandono della paura di perdere un'alternativa più interessante. Ogni scelta è una rinuncia.
Ma quante sensazioni porta con sé una scelta? Il rimpianto, il rimorso, il dubbio, la paura, l'adrenalina. Scegliere è spaventoso ma trovo che sia altrettanto meraviglioso perché ti dà la possibilità di diventare l'artefice di te stesso.
Nondimeno la scelta ti porta inevitabilmente all'incontro: e l'incontro può essere con l'altro o con te. Personalmente la mia porta mi ha portata all'incontro con l'altro ed è stata un'occasione di condivisione.
Nella stanza delle Aspettative, allo stesso modo, ho sentito la mia pancia fremere.
Quanto è forte il peso delle aspettative? Quelle nei confronti dell'Altro, quelle nei confronti di te stesso, quelle nei confronti della società che è la Regina del giudizio.
Per manifestare a pieno l'accettazione della vulnerabilità, viene rappresentato in questa stanza un supereroe incastrato, bloccato, inerme.
È potente l'impatto di quest'opera perché ci mette di fronte a una realtà forse mai considerata prima: se anche un eroe ha le sue fragilità, allora FALLIRE È POSSIBILE... FALLIRE È UMANO.
Le persone che ho incontrato sembravano guardarsi e riconoscersi... come a dire "qui posso esprimermi, nessuno mi giudicherà"... "qui posso lasciarmi andare e lo farai anche tu"...
E allora: non è forse questo un segnale che ci dice che il mondo ha bisogno delle emozioni? Il mondo ha bisogno di parlarne.
Il mondo ha bisogno di viverle per sentirsi UMANO.
Il mondo ha bisogno di condividerle per arricchirsi.
Il mondo ha bisogno di sentirsi libero di conoscere le proprie emozioni, esprimerle, ascoltarle, non negarle.
Parliamo di emozioni, parliamone ancora.
Che sia a Scuola, che sia attraverso l'arte, che sia attraverso la musica. Parliamone.
Parliamone affinché ognuno di noi possa conoscersi davvero e colorare le pareti della propria anima utilizzando tutte le emozioni del mondo.
Perché si, ogni emozione racconta una storia ed ogni storia parla di emozioni. Sempre.
Dott.ssa Regina Angelini
Dott.ssa Regina Angelini